La linea guida per la progettazione è sicuramente quella dell’installazione del nuovo, con tutte le sue necessità anche strutturali, nel pieno rispetto dell’esistente partendo dalla considerazione iniziale di borgo data anche dalla relazione/corrispondenza tra i due ingressi, e da uno studio attento, anche a livello ottico/percettivo, della pavimentazione. Anche le linee prospettiche che si creano dai pilastri vengono preservate dando ai porticati una funzione di tipo pubblico/privato (pubblico passaggio), evitando chiusure che ne interromperebbero la linearità (tale funzione pubblica consente anche una loro esclusione dal computo volumetrico di Piano).
Uscendo dalla cascina l’immagine che il Piano di Recupero vuole creare è quella ad oggi esistente: verde che dialoga con il suo intorno: sul lato ovest, non si troverà più uno spazio agricolo ma un ampio spazio destinato a verde diviso tra un parco pubblico ed uno privato.
Il nuovo parco pubblico, continuazione spaziale del giardino storico della cascina, si strutturerà come diretta conseguenza della nuova funzione pubblica (ex mulino, recuperato come biblioteca, archivio storico, ludoteca, sala conferenze, spazio espositivo e uffici).
Il Parco pensato in modo da divenire il giardino della “nuova casa padronale pubblica” della cascina, dialoga, attraverso le architetture, con il più consolidato giardino storico privato che viene conservato e valorizzato nel suo patrimonio botanico.
Il nuovo parco ospiterà una struttura per parcheggio e sarà attrezzato con giochi per bambini, il tutto funzionale ai nuovi insediamenti.
La restante parte esterna della cascina non viene interessata da interventi che ne modificano l’immagine attuale, sono previsti solo interventi di messa in sicurezza dell’attuale SP n°122 e varie piantumazioni ad integrazione di quelle esistenti, mentre la parte sud, liberata dal traffico veicolare, acquisterà e ritroverà la sua immagine perduta, il suo rapporto con la roggia di nuovo diretto e non ostacolato dalla presenza della strada.